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Stazione Meteo Adrano. Dati 29 dicembre 2014. Temp. max 8.1° min. 2.2°. Vento: Raff. Max 40.2 km/h NO; Raff. min. 6.8 Km/h NO. Tot. Pioggia 10.5 mm.

26 mar 2011

Tsunami devastanti sul Mediterraneo? Il caso di Messina del 1908, mentre il Marsili si è risvegliato

Timori per lo tsunami, il rischio è presente per l'Italia: il distruttivo terremoto del 1908 con annesso maremoto

Grande apprensione per l'attività del vulcano sottomarino Marsili, che da segni di risveglio, con conseguente incremento del rischio di maremoto per le coste tirreniche. Il maremoto non è d'altronde un evento così raro, anche se la tragedia più grande è legata a Messina più di 100 anni fa.

Quel che è accaduto in Giappone, con il forte sisma seguito dal devastante tsunami, deve far riflettere, in quanto scenari simili non sono assolutamente da fantascienza per il Mediterraneo le coste italiane. E' notizia fresca quella che il vulcano sottomarino Marsili (sul Tirreno Meridionale) si sarebbe risvegliato in queste ultimissime settimane. Cresce così il pericolo maremoto, se dovessero crearsi improvvisi eventi franosi lungo i versanti della montagna sottomarina.

L'allarme è stato lanciato dal Dottore Franco Ortolani, ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del territorio. Il nostro Paese non sarebbe pronto a fronteggiare un simile evento, anche se secondo le ultime ricerche vi sarebbero stati oltre 70 movimenti anomali del mare negli ultimi 2000 anni.

Il più recente maremoto è quello avvenuto il 30 dicembre 2002 a Stromboli, capace di inondare una fascia costiera molto ampia penetrando anche un po' all'interno ad altezze di alcuni metri superiori al livello del mare. Non si sono avute vittime, ma è bene sottolineare che se l'onda anomala fosse piombata sulla costa in piena estate, forse il dramma sarebbe stato reale con diversi bagnanti che potevano essere travolti.

Si è detto ripetutamente che un terremoto così intenso come quello del Giappone non si può verificare sul Mediterraneo. Non è sbagliato in fin dei conti, ma non dobbiamo mai dimenticare il grande terremoto dello Stretto di Messina del 1908. L'intensità sulla Scala Richter è stata di 7,2°: probabilmente non è così noto, ma una piccola parte delle vittime (totale complessivo di oltre 100.000 morti) di quel sisma furono proprio causate dagli effetti devastanti del maremoto, con un'onda alta oltre 10 metri che sorprese coloro che si erano rifugiati in spiaggia pensando di stare più al sicuro.

La forza dell'acqua giocò un ruolo enorme nella devastazione di Messina, data l'altezza dell'onda peraltro superiore a quella del grande tsunami sul Pacifico del 2004. Secondo alcune recenti tesi di studiosi, questo maremoto di Messina non fu una causa diretta del sisma, ma piuttosto indiretta a causa di una frana sottomarina verificatasi nel messinese jonico (per via dello scuotimento sismico), tanto che le onde più alte (probabilmente fino a 15 metri d'altezza) avrebbero colpito la parte della costa reggina ionica. Nella storia non è stato l'unico maremoto disastroso: altri eventi rimasti impressi e tramandati ai giorni nostri si sono verificati nel 1764 sulla Penisola Salentina e nel 1693 su molte aree del Meridione.

immagine 1 del capitolo  del reportage 20129

I maremoti che hanno interessato le coste italiane negli ultimi 2000 anni secondo i dati ufficiali. E' evidente che il maggior numero di eventi di maggiore intensità si è verificato tra le Isole Eolie, le coste della Calabria meridionale e della Sicilia orientale. Fonte INGV

immagine 2 del capitolo  del reportage 20129

La localizzazione del Vulcano Marsili sul Tirreno Meridionale ed i tempi di propagazione dell'onda in caso di forte movimento franoso. Come vediamo, sono ristretti davvero a pochi minuti, con il rischio che la popolazione esposta non si possa mettere in salvo.

Che differenza c'è fra l'evento giapponese e quello che potrebbe accadere, speriamo ovviamente mai, sul Mediterraneo? In linea di massima i maremoti capaci di propagarsi per migliaia di chilometri lungo gli oceani sono generalmente quelli di origine tettonica. Invece le frane sottomarine o le esplosioni vulcaniche causano di solite ondate di minore lunghezza e che si attenuano velocemente, creando però spesso una maggiore altezza dell'onda, soprattutto prima d'impattare sulla costa. La propagazione è dunque diversa, ma è chiaro che la vicinanza delle nostre coste al vulcano Marsili ci rende vulnerabili alle possibili disastrose conseguenze di un eventuale maremoto. Occhi aperti quindi, ma niente allarmismi ingiustificati: sarebbe un ottimo passo quello di fare dei progressi sulla prevenzione.

Mauro Meloni


Per saperne di più sul vulcano Marsili clicca qui.

24 mar 2011

Nube radioattiva in Italia?




La nube sprigionatasi in seguito al malfunzionamento dell’impianto di raffreddamento della centrale nucleare di Fukushima, colpita dallo tsunami dell’ 11 Marzo, sta facendo aumentare considerevolmente il tasso di radioattività ambientale su diverse aree del Giappone, portando alla contaminazione di colture, cibi e persino dell’acqua.

Ma è giustificato l’allarme mediatico in merito all’arrivo della nube radioattiva sul nostro Paese?

Ebbene, in primo luogo va chiarito che gran parte delle sostanze fuoruscite dalla centrale sono state rilasciate in seguito ad esplosioni di gas naturali (quali ad esempio l’idrogeno). Si tratta dunque di composti chimici che, essendo venuti a contatto con elementi radioattivi del “nocciolo” ne sono stati contaminati. E’ più scarsa, invece, la presenza di nuclei radiogenici, quelli responsabili di attività radioattiva diretta (sono stati rilevati alcuni radionuclidi, come lo xenon 133 in particolare, che però ha un tempo di dimezzamento di poco più di 5 giorni).

In seconda analisi, va aggiunto che la colonna di gas non possiede una spinta ascensionale così intensa da raggiungere la parte più alta della troposfera, ove sono presenti le forti correnti occidentali in grado di sospingere la nube per parecchie migliaia di chilometri in pochi giorni (Jet Stream), ma limita il suo raggio d’azione ai primi 1500 m di quota.

In ogni caso, ammesso che la nube radioattiva, grazie all’energica azione delle Correnti a Getto, riesca a sconfinare nell’alta troposfera, mettersi in moto da Ovest verso Est, attraversare il Pacifico, l’intero nord America per poi investire l’Atlantico e raggiungere l’Europa, dopo questo estenuante viaggio la sua concentrazione si rivelerebbe piuttosto bassa, a causa della notevole dispersione che la stessa subirebbe in seguito ai successivi moti verticali, orizzontali, di natura turbolenta, ai quali sarebbe sottoposta.

Tra oggi e domani, solo qualche isolata ed innocua particella potrà interessare i cieli siciliani, ben protetti peraltro dallo scudo anticiclonico, eretto dell’alta pressione sub-tropicale che in queste ore si sta approfondendo sul Mediterraneo.

Possiamo concludere, quindi, sostenendo che una massa d’aria di lontane origini giapponesi sta raggiungendo il Mediterraneo, ma non una nube radioattiva. Le nostre rilevazioni confermeranno che la radioattività presente nell’aria non sarà superiore a quella naturale, tecnicamente chiamata “di fondo”, dovuta ai raggi cosmici. Di conseguenza, non bassi, bensì nulli, i rischi per la popolazione siciliana.

fonte CentroMeteoSiciliano

5 mar 2011

I numeri dell'ondata di freddo del 7, 8 e 9 Marzo


Un'ondata di gelo russo- finlandese ha colpito la nostra regione tra il 7 e il 9 marzo 2011. L'avvenzione è stata priva di fenomeni (deboli fioccate senza accumuli dai 300 metri di quota in diversi comuni della Sicilia) poiché il nocciolo freddo in alta quota ha interessato la Grecia e la Turchia. In compenso si sono avuti forti venti di tramontana e un poderoso crollo termico nelle ore notturne.

Ecco i dati provenienti dalla Rete MeteoSicilia e Osservatorio Acque (pubblicati da un utente del forum di MeteoSicilia),
relative alle minime assolute (espresse in °C) registrate tra 7 - 8 e 9 Marzo 2011

Etna nord -11.3
Etna sud -11.3
Etna Serra la Nave -10.6


Floresta -5.2
Piazza Armerina -4.8
Geraci Siculo -4.5
Zafferana Etnea -3.7
Nicolosi -3.6
Troina -3.6
Petralia Soprana -3.4
Mistretta -3.0


Cesarò -2.9
Caltanissetta Niscima -2.5
Bronte - B.Powell -2.1
Troina -2.1
Alcamo -2.0
Bronte centro -1.83 (record dal 2009)
Portella della Paglia -1.7
Caccamo -1.5
Salemi -1.5
Catenanuova -1.4
Enna -1.4
Castellana Sicula - Xireni -1.3
Francavilla di Sicilia -1.2
Belpasso Ovest -1.0


Linguaglossa -0.9
Caltabellotta -0.9
Mascalucia Nord - C.Da Ombra -0.6
Mascalucia centro 0.0
Siracusa - Ciane 0.0


Palermo NW - Bobhouse 0.1
Trecastagni 0.1
Antillo 0.2
Torto Bivio Cerda - Termini Imerese 0.3
San Gregorio 0.3
Villagrazia di Palermo 0.4
Ramacca 0.5
Caltanissetta V.Piave 0.5
San Fratello 0.6
Caltanissetta - V. La Pira 0.6
Carlentini nord 0.7
San Cono 0.8
Ragusa 0.9
Marineo 1.1
San Giovanni La Punta 1.1
Canicattì 1.1
Corleone 1.2
Catania - S.G Galermo 1.3
Palermo - I. Zootecnico 1.4
Lercara Friddi 1.4
Calatafimi 1.4
Carini 1.5
Partanna 1.7
Contessa Entellina 1.8
S.G La Punta - Trappeto 1.8
Nicosia 1.8
Gravina di Catania 1.9
Grammichele 1.9
Santa Croce Camerina 1.9


Sant'Agata Li Battiati 2.1
Sortino 2.1
Giarre - S.G Montebello 2.2
Castroreale 2.2
Acireale - S.Maria Ammalati 2.6
Acireale 2.8
Catania - Trappeto Nord 2.9
Mascalucia Nord 2.9
Lipari 2.9
Itala Superiore 2.9
Licata 2.9
Trapani 3.0
Catania - Canalicchio 3.2
Brolo 3.2
Augusta 3.2
Catania centro 3.3
Palermo NW- P.zza Europa 3.5
Catania ovest 3.6
Nunziata di Mascali 3.6
Maara Del Vallo 3.8
Palermo Centro- P.zza S. Domenico 3.9
Marina di Riposto 3.9


Capo d'Orlando 4.0
Cefalù 4.1
Ispica 4.1
Borgo Fazio 4.1
Messina centro 4.2
Messina - Istituto Geofisico 4.2
Agrigento 4.2
Catania - Istituto d'Agraria 4.3
Palermo - Teatro Massimo 4.4
Barcellona P.d.G. 4.4
Priolo Gargallo 4.5
Catania Ognina 4.6
Catania - Picanello 4.6
Giarre 4.6
Vittoria 4.7
Acquedolci 4.8
Menfi 4.8


Catania - P. Abramo Lincoln 5.0
Acitrezza 5.1
Gela 5.5
Messina - Torre Faro 5.7
Scaletta Zanclea 6.4

Ad Adrano gli estremi minimi sono stati 0,4° (tra il 7 e l'8) e -0,5 (tra l'8 e il 9)!

1 mar 2011

1 Marzo 2011: Grande Paura nel Messinese

Piogge alluvionali si sono abbattute nel messinese ionico nella notte tra il 28 febbraio e il primo giorno di marzo del 2011. Le immagini e i video che abbiamo raccolto dalla rete non hanno bisogno di ulteriori commenti.

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Alcune delle foto pubblicate dalla redazione di METEOWEB