Badge di Facebook

Stazione Meteo Adrano. Dati 29 dicembre 2014. Temp. max 8.1° min. 2.2°. Vento: Raff. Max 40.2 km/h NO; Raff. min. 6.8 Km/h NO. Tot. Pioggia 10.5 mm.

9 nov 2011

MOSTRI AUTORIGENERANTI

Riportiamo un ottimo articolo (preso dal web) che ci spiega con semplicità cosa sono i temporali autorigeneranti.

A prima vista il titolo sembrerebbe poco adatto ad un pezzo di meteorologia e si direbbe più consono al "giornalismo spazzatura", quello del sensazionalismo a tutti i costi.
In questo caso, però, l'espressione non è usata a sproposito, perché i "temporali autorigeneranti", che imperversano per ore ed ore su una stessa area scaricando centinaia di millimetri di pioggia e causando danni e talvolta vittime, sono da considerarsi in tutto e per tutto dei mostri.
Non si sta parlando, sia chiaro, di normali temporali, magari anche intensi, che sfogano con grande coreografia la loro violenza esaurendo ben presto il "carburante", ma di fenomeni estremi che molto raramente visitano l'area alpina e che sono comunque poco frequenti in generale. Una serie di enormi autorigeneranti si sono potuti osservare per esempio tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre 2009 tra Libia, Tunisia e l'Italia meridionale; uno di essi ha portato morte e distruzione in Sicilia.
Perché il temporale (possiamo anche parlare di "cella" temporalesca) autorigenerante si possa formare vi sono precisi "requisiti" da rispettare, il più importante dei quali è la presenza di grandi masse d'acqua relativamente calde; per questo difficilmente si potranno osservare autorigeneranti sulle zone alpine.
In effetti questi fenomeni hanno bisogno di enormi quantità di energia per mantenersi attivi, energia che si presenta in gran quantità sul mare sotto forma di vapore e di disponibilità di calore. Si è osservato addirittura che la loro formazione è più frequente in corrispondenza delle "secche", ovvero delle zone di mare basso e conseguentemente più caldo: ampie secche si trovano al largo della costa livornese, nel Canale d'Otranto e nello Stretto di Sicilia.
Ma esistono altre condizioni, senza le quali l'autorigenerante non ha luogo: una di queste è l'instabilità dell'atmosfera, dovuta alla presenza di aria più fredda sopra aria più calda. Questa situazione è, appunto, instabile, in quanto l'aria calda è più leggera e tenderà a salire, a raffreddarsi e quindi a generare formazioni nuvolose. Da sottolineare che se l'aria in quota oltre che fredda è anche molto secca, la condensazione (e dunque la liberazione di calore, che genera ulteriore spinta verso l'alto) verrà ancor più agevolata.
A completare il mostro deve intervenire un terzo fattore, la presenza di un forte getto in quota. Alle latitudini intermedie ed ad un'altitudine di circa 12-15 km (a livello della tropopausa, il confine tra troposfera e stratosfera), infatti, soffia con una certa regolarità la "corrente a getto", un flusso d'aria in perenne rotazione attorno alla Terra. Nel caso di autorigeneranti, la corrente a getto opera una sorta di "risucchio" dal basso verso l'alto, agevolando la risalita delle masse d'aria calde ed umide. Per questo dal satellite le celle temporalesche di questo tipo appaiono molto allungate, con l'estremità dell'incudine che si estende anche per centinaia di chilometri seguendo le correnti in quota.
autorigenerante su Trapani
L'autorigenerante del 16 settembre 2009 che ha imperversato su Trapani e dintorni.
Si noti la banda nuvolosa che dalla "testa" del temporale (cerchio giallo) si allunga sotto la spinta della corrente a getto.
Fonte:http://rapidfire.sci.gsfc.nasa.gov/

Ma perché il temporale che stiamo descrivendo merita l'appellativo di "autorigenerante"? Perché una volta formatosi il primo cumulonembo, e quindi scaricatosi il primo temporale, questo verrà trascinato via dalle forti correnti in quota, ma rapidamente il suo posto verrà preso da un nuovo cumulonembo, grazie alla presenza degli intensi moti convettivi che porteranno verso l'alto nuove e grandi quantità di vapore. Anche il secondo cumulonembo andrà poi alla deriva, ma al suo posto se ne formerà un terzo e così via. Ad un osservatore il temporale apparirà fermo sul posto, e le quantità di precipitazioni misurate potranno essere di diverse decine, talvolta alcune centinaia di millimetri per metro quadrato, una buona parte della pioggia che cade annualmente su Bolzano!
Perché l'autorigenerante si dissolva dovranno venire a mancare uno o più fattori: l'attenuazione della corrente a getto, un cambio nel profilo termico e quindi nell'instabilità dell'atmosfera a causa dell'arrivo di correnti di diversa natura, del riscaldamento solare o del passaggio dal giorno alla notte.
Va precisato che, in questi fenomeni devastanti, il cambio climatico c’entra poco o nulla. I "mostri autorigeneranti", così come intense nevicate, periodi di siccità ecc. si sono sempre verificati, perché il tempo atmosferico, ovvero il tempo "istantaneo", ha da sempre caratteristiche di forte volubilità. Non è chiamando in causa ad ogni piè sospinto l'effetto serra ed il "global warming" che si spiegano (e si affrontano) questi fenomeni. L'uomo può fare molto in termini di prevenzione, evitando per esempio di costruire vicino o addirittura a ridosso delle fiumare o di versanti geologicamente instabili.
Un ultimo appunto: in inverno, soprattutto lungo la costa tirrenica settentrionale, esiste la possibilità di temporali nevosi autorigeneranti. Il destino voglia che, almeno una volta nella vita, io possa assistere ad una tale meraviglia!

Marco Bonatti

Nessun commento:

Posta un commento